La Favola della Vedova Allegra


Io penso che il divertimento sia una cosa seria”
             (Italo Calvino)
Nel 1861 il commediografo francese Henri Meilnac, lo stesso della Carmen di Bizet, scrisse un divertente “vaudeville” che divenne famosissimo soltanto molti anni dopo, nel 1905 grazie alla musica di Franz Lehar. Così nasceva l’operetta “La Vedova Allegra” ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo.
Come si fa di fronte ad un capolavoro, mi sono coperta d’umiltà ed ho affrontato l’impresa riscrivendola però, sotto forma di favola teatrale perché è stato proprio questo il punto di vista che mi ha affascinato. La trama è rimasta la stessa ma sono fiorite situazioni inedite e personaggi coinvolti in un vorticoso e divertente vortice con scambi di coppie, di promesse, di sospetti e rivelazioni. Un parapiglia che come è naturale in una fiaba, al termine si ricompone nel migliore dei modi. Da tutto ciò è emerso come la punta di un iceberg, il “mistero” della femminilità e dell’amore ma colorato non a fosche tinte, bensì a tenui colori pastello.
Domanda:Perché proprio La Vedova Allegra nel giorno della Festa della donna? Risposta: Rispetto a questo tema così importante, purtroppo ancora così attuale e che ci tocca nel profondo, ho scelto la via della” leggerezza” intesa come valore anziché come difetto. Quella descritta così sapientemente da Italo Calvino:
“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”
Ecco Signori e soprattutto Signore, direi che questo è tutto. Buon 8 marzo e Buon divertimento e sempre …W il Teatro!
Laura Teodori
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